Convegno internazionale di studi organizzato dall’Archivio del Moderno in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza e il Sir John Soane’s Museum di Londra.
Bassano del Grappa, Museo Civico, 4-5 ottobre 2002.
Curatori: Howard Burns, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Vicenza; Nicola Navone, Archivio del Moderno, Mendrisio.
Interventi di: Pierre de la Ruffinière du Prey, Queen’s University, Kingston; Francesco P. Di Teodoro, Università degli Studi di Reggio Calabria; Donata Battilotti, Università degli Studi di Udine; Francesca Funis, Università degli Studi di Firenze; Francesco Zaupa, Università degli Studi di Padova; Franco Laner, Università IUAV di Venezia; Mario Piana, Università IUAV di Venezia; Stanislaus von Moos, Università di Zurigo; Rolando Bellini, Accademia Albertina delle Belle Arti, Torino; Rosmarie Nüesch, Grubenmann Sammlung, Teufen; Massimo Laffranchi, Accademia di architettura, Mendrisio; Anton Steurer, Politecnico Federale, Zurigo; Jacques Gubler, Accademia di architettura, Mendrisio.
Sin dalle origini della civiltà la costruzione di un ponte ha rivestito aspetti simbolici oltre che funzionali. In età romana, il ponte Sublicio – il più antico dell'Urbe, completamente realizzato in legno – era oggetto di venerazione e di culto.
Nel Veneto del Rinascimento questa tradizione viene riscoperta da Andrea Palladio. A partire dai rilievi della colonna Traiana, Palladio progetta ponti di legno che sono vere e proprie “traduzioni in latino” di tecnologie presenti da secoli nel territorio veneto: dalle grandi capriate delle chiese medievali ai ponti che dovevano superare il greto insidioso di tumultuosi corsi d’acqua o fondarsi su solidi piloni, come nel caso del ponte di Bassano, il ponte di legno più importante mai costruito nel Cinquecento. Nella Svizzera delle profonde valli alpine e dei fiumi impetuosi questa sapienza costruttiva trovò un luogo fertile e in due geniali carpentieri, i fratelli Grubenmann, degli interpreti straordinari. L’audacia e l’eleganza dei loro ponti, che raggiungevano luci di un’ampiezza inaudita, suscitò l’interesse di una vasta cerchia di eruditi, uomini di scienza, architetti e ingegneri, tra i quali Blondel, Perronet e lo stesso Soane. L’interesse per queste mirabili strutture non si esaurisce tuttavia con Soane, attento esegeta dell’opera grubenmanniana, né viene obliterato dal successivo impiego, dilagante e sistematico, di ferro e cemento armato, ma costituisce un fertile sostrato al quale attingono, prevalentemente in area svizzera, significative realizzazioni contemporanee.
Nel Veneto del Rinascimento questa tradizione viene riscoperta da Andrea Palladio. A partire dai rilievi della colonna Traiana, Palladio progetta ponti di legno che sono vere e proprie “traduzioni in latino” di tecnologie presenti da secoli nel territorio veneto: dalle grandi capriate delle chiese medievali ai ponti che dovevano superare il greto insidioso di tumultuosi corsi d’acqua o fondarsi su solidi piloni, come nel caso del ponte di Bassano, il ponte di legno più importante mai costruito nel Cinquecento. Nella Svizzera delle profonde valli alpine e dei fiumi impetuosi questa sapienza costruttiva trovò un luogo fertile e in due geniali carpentieri, i fratelli Grubenmann, degli interpreti straordinari. L’audacia e l’eleganza dei loro ponti, che raggiungevano luci di un’ampiezza inaudita, suscitò l’interesse di una vasta cerchia di eruditi, uomini di scienza, architetti e ingegneri, tra i quali Blondel, Perronet e lo stesso Soane. L’interesse per queste mirabili strutture non si esaurisce tuttavia con Soane, attento esegeta dell’opera grubenmanniana, né viene obliterato dal successivo impiego, dilagante e sistematico, di ferro e cemento armato, ma costituisce un fertile sostrato al quale attingono, prevalentemente in area svizzera, significative realizzazioni contemporanee.
Il Convegno è articolato in due giornate di studi, la prima delle quali si snoda attraverso un itinerario emblematico che corre dalle pagine del De Bello Gallico di Cesare agli appunti di Leonardo da Vinci, focalizza gli studi teorici e le realizzazioni di Andrea Palladio, il più grande architetto rinascimentale di ponti in legno in Italia settentrionale, e infine approda alla lettura di questa feconda tradizione da parte di Soane. La seconda giornata del simposio affronta invece l’opera di Johannes e Hans Ulrich Grubenmann, indagando le caratteristiche strutturali e le tecniche costruttive dei loro ponti, per giungere, attraverso prelievi puntiformi, al tempo presente.
Promosso in occasione dell’esposizione “John Soane e i ponti in legno svizzeri. Architettura e cultura tecnica da Palladio ai Grubenmann" – aperta a Vicenza, nelle sale di Palazzo Barbaran da Porto, fino al 3 novembre 2002 –, il convegno avrà una seconda sessione, che si terrà a Londra nella primavera del 2003, in concomitanza con l'edizione inglese della mostra. Il simposio londinese sarà dedicato alla personalità di John Soane e all’interesse da questi manifestato per la cultura tecnica dei ponti in legno, con particolare riguardo alle esperienze compiute, in questo campo, nel Veneto e nella Svizzera.