I sessione - Convegno internazionale di studi promosso dall’Archivio del Moderno di Mendrisio, dall’American Academy di Roma e dall’Istituto Svizzero di Roma con il sostegno del Fondo Nazionale Svizzero per la ricerca scientifica FNS e del DEFR Sécretariat d’Etat à la formation, à la recherche et à l’innovation SEFRI, Bern e il Patrocinio dell’Ambasciata di Svizzera in Italia.
Roma, American Academy e Istituto Svizzero di Roma, 29-30-31 ottobre 2014.
Curatori: Bruno Reichlin, Archivio del Moderno, Accademia di architettura di Mendrisio e Université de Genève; Letizia Tedeschi, Archivio del Moderno, Mendrisio.
Interventi di: Yve-Alain Bois, Institute for Advanced Study, Princeton; Eva Branscome; Museum Abteiberg, Mönchengladbach; Sarah Burkhalter, Swiss Institute for Art Research, Lausanne; Giorgio Ciucci, Università degli Studi Roma Tre, Roma; Jean-Louis Cohen, Institute of Fine Arts, New York University, New York; Roberto Gargiani, EPFL École Politecnique fédérale, Lausanne; Orietta Lanzarini, Università degli Studi di Udine; Jacques Lucan, EPFL École Politecnique fédérale, Lausanne - École d’architecture de la ville et des territoires à Marne-la-Vallée, France; Dietrich Neumann, Brown University, Providence; Bruno Reichlin, Archivio del Moderno, Accademia di architettura di Mendrisio e Université de Genève; Letizia Tedeschi, Archivio del Moderno,Mendrisio; Riccardo Venturi, Istitut National d’Histoire de l’Art, Paris; Annalisa Viati, Archivio del Moderno, Mendrisio.
Il convegno internazionale di studi, concepito in due sessioni, si propone di interrogare le relazioni fra architettura e arti plastiche, scultura e pittura. Si intende pure investigare il rapporto tra architettura e cinema, musica o danza, nel periodo compreso fra la fine della seconda guerra mondiale e la svolta degli anni ‘70. Nell’immediato dopoguerra l’operare di architetti ed artisti dà adito alla supposizione che fra le diverse espressioni artistiche si siano verificate interferenze, contaminazioni o “collaborazioni” che incidono sul loro operare: a livello delle pratiche, dei linguaggi, dei materiali, dei contenuti o, più globalmente, a livello della forma.Al centro dell’attenzione vi sono le opere, la loro progettazione e fabbricazione e i fenomeni, gli esperimenti indagati che designiamo con il termine comprensivo di “intertestualità”. Si tratterà pertanto di dimostrare in quale modo questo o quel “genere” artistico ha funzionato da intertesto nei confronti dell’altro: come modello generativo, strutturale o formale, per omologia o analogia, come “contenuto”, imitazione, citazione, parodia, o altro.