Francesco Dendena è ricercatore FNS all'Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura, Università della Svizzera italiana USI, per il progetto (2018-2022): Milan and Ticino (1796-1848). Shaping the Spaciality of a European Capital.
Si è laureato nel 2004 in storia presso l’Università degli Studi di Milano, dove è stato poi assegnista e professore a contratto di storia moderna per quattro anni. Dopo aver lavorato nell’editoria, ha conseguito un dottorato in co-tutela tra la Università di Milano e l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales a Parigi sotto la direzione del Professori Maria Luisa Cicalese e Patrice Gueniffey. Ai suoi lavori, dedicati al movimento fogliante, è stato assegnato il Premio François Furet nel 2012. L’interesse per i rapporti tra la scrittura della storia e il suo uso politico lo hanno portato studiare la trasmissione della memoria della guerra civile inglese durante il XVIII secolo e la Grande Rivoluzione. Negli ultimi anni infine le sue ricerche si sono concentrate sulla circolazione del libro e la costruzione del sistema bibliotecario nazionale nella Penisola Italiana, occasione per riflettere sugli scambi interculturali e la loro dimensione politica durante il periodo repubblicano e consolare (1792-1805).
Oltre a una ventina di articoli e contributi ha pubblicato una monografia dal titolo I nostri maledetti scranni (Guerini e Associati, Milano, 2013) e ha curato il volume Nella breccia del tempo (Pearson, Milano 2017).
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Si è laureato nel 2004 in storia presso l’Università degli Studi di Milano, dove è stato poi assegnista e professore a contratto di storia moderna per quattro anni. Dopo aver lavorato nell’editoria, ha conseguito un dottorato in co-tutela tra la Università di Milano e l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales a Parigi sotto la direzione del Professori Maria Luisa Cicalese e Patrice Gueniffey. Ai suoi lavori, dedicati al movimento fogliante, è stato assegnato il Premio François Furet nel 2012. L’interesse per i rapporti tra la scrittura della storia e il suo uso politico lo hanno portato studiare la trasmissione della memoria della guerra civile inglese durante il XVIII secolo e la Grande Rivoluzione. Negli ultimi anni infine le sue ricerche si sono concentrate sulla circolazione del libro e la costruzione del sistema bibliotecario nazionale nella Penisola Italiana, occasione per riflettere sugli scambi interculturali e la loro dimensione politica durante il periodo repubblicano e consolare (1792-1805).
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