a cura di Bruno Reichlin e Annalisa Viati Navone
Mendrisio, Accademia di architettura, Palazzo Canavée, 23 febbraio-8 aprile 2012
mostra promossa dall’Accademia di architettura e dall’Archivio del Moderno di Mendrisio (Università della Svizzera Italiana), in collaborazione con il MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI secolo e l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, ed è frutto di un progetto di ricerca quadriennale promosso dall’Archivio del Moderno, curato da Bruno Reichlin e Letizia Tedeschi.
Luigi Moretti (1907-1973), architetto, editore, gallerista, regista e studioso, fu uomo di vasta cultura e profonda sensibilità, che a una solida formazione classica coniugò la propensione ad esplorare i nuovi campi di indagine dell’arte e dell’architettura, coltivando un interesse fecondo verso le nuove forme sperimentali di conoscenza della realtà che si profilavano negli anni ’50 e ’60 in campo artistico e scientifico. Protagonista della scena architettonica del Regime, avviò sin da giovanissimo un’intensa attività professionale che lo condusse a realizzare opere ancora oggi celebrate quali l’Accademia della Scherma al Foro Italico e l’edificio della Gil a Trastevere. Il dopoguerra lo vide impegnato nella ricostruzione di Milano con alcuni brani dove la riflessione sull’integrazione delle arti, l’interesse per l’arte informale e l’interpretazione metastorica del Barocco diventavano strumento di progettazione. Le case albergo milanesi e il potente Complesso di corso Italia nascono mentre matura e si realizza l’idea di una rivista, intitolata “Spazio” e dedicata alla divulgazione dell’arte «non obiettiva», a riletture inedite di architetture storiche, alla definizione del quadro della recente architettura soprattutto italiana. Autore del Watergate a Washington, celebrato per i «balconi all’italiana», della Torre della Borsa di Montreal, con Nervi, a suo tempo l’edificio più alto mai realizzato in cemento armato, dell’ultimo ponte sul Tevere, Moretti, architetto romano «per nascita e per elezione», rimane uno dei protagonisti della storia dell’architettura del XX secolo.
Il nucleo centrale della mostra è dedicato alle principali opere di Luigi Moretti, illustrate attraverso disegni, modelli, fotografie d’epoca, in un percorso teso a restituire la loro genesi progettuale e le reciproche interazioni. Le opere sono raggruppate in sezioni tematiche – i primi studi su Michelangelo e il Barocco, le architetture per il regime fascista, la ricostruzione fra Milano e Roma, le riflessioni sulla casa dell’uomo e le residenze collettive, l’esperienza americana, il rapporto fra la struttura e la forma, la spazialità urbana, l’architettura sacra, gli studi sullo spazio – e rendono testimonianza dei nodi su cui il suo pensiero critico si incentra e cioè: la percezione cinetica e la lettura temporale dell’architettura, la spazialità, la ricezione del linguaggio barocco, il confronto tra barocco e arte informale, il legame fertile con la storia dell’architettura e dell’arte, l’interesse per la scienza.
I Volumi
L’esposizione sarà accompagnata da due volumi in cui sono raccolti gli esiti della ricerca promossa dall’Archivio del Moderno.
Luigi Moretti. Razionalismo e trasgressività tra barocco e informale, a cura di Bruno Reichlin e Letizia Tedeschi, Electa, Milano 2010, con testi di: B. Reichlin, L. Tedeschi, T. Magnifico, G. Zucconi, A. Nizzi, M. Giunta, T. Benton, M. M. Lamberti, F. Rovati, F. Valentini, B. Cinelli, A. Perilli, F. Moschini, R. Bellini, A. Maggi, O. Lanzarini, G. Duranti, A. Viati Navone, G. Gresleri, M. Talamona, R. Légault, A. Sheppard, S. Santuccio, S. Poretti, G. Capurso, F. Graf, G. Belli, A. Cuzzer, G. Cordella, C. S. Bertuglia, F. Irace, R. Dulio, M. Guccione, L. Montevecchi, F. Lorello.
La Saracena di Luigi Moretti fra suggestioni mediterranee, barocche e informali di Annalisa Viati Navone, Mendrisio Academy Press-Silvana editoriale, Mendrisio-Milano 2012, che presenta uno studio monografico della villa La Saracena di Luigi Moretti (1955-1958, Santa Marinella, Roma) indagata dall’autrice secondo le tre categorie critiche della mediterraneità, del barocco e dell’informale.